Qualche tempo fa curiosavo in rete.
Stavo guardando le recensioni degli orologi con gps.
Un improbabile atleta mostrava le caratteristiche di uno di questi strumenti e le commentava.
La batteria in modalità gps durava 10 ore.
Il suo sguardo ironico sottolineava le parole: “10 ore, chi corre per più di dieci ore?”, evidentemente questo signore non sapeva di cosa stesse parlando.
In effetti quello della batteria in questi strumenti è un problema. Se dura molto non dà precisamente il percorso per via della frequenza di rilevamento del satellite che se avviene sovente consuma energia. Se vuoi precisione ti devi accontentare di una minore
autonomia.
Io utilizzo un orologio con una grande precisione ma limitata durata della batteria. “Solo” 10 ore, appunto.
Un giorno mi è capitato di esaurire la batteria e l’ultime ore le ho percorse senza riferimenti di velocità e distanza.
Pazienza. Non ho bisogno di riguardare sul pc i miei percorsi. Me li ricordo.
E poi il viaggio è bello quando lo fai, riguardarlo e rigirarsi nei ricordi mi sembra malinconico.
Questa mattina sono partiti gli atleti del Tor des Géants.
Si tratta di una delle più lunghe e belle gare che ci siano al mondo.
330 km – 24000m D+
150 ore al massimo
questi sono i numeri.
Un’impresa che può durare anche una settimana, durante la quale gli atleti si fermano di rado e ancor più raramente si sdraiano.
Dormire dai pochi minuti ad un’ora al giorno può essere sufficiente per portare a compimento questo sforzo.
Ovviamente sono disposti rifornimenti e Punti Vita lungo il percorso, con centinaia di volontari preposti alla vigilanza dell’incolumità dei partecipanti e al soccorso laddove si rendesse necessario.
Io non ho mai fatto questa gara. Oggi non sarei in grado di portarla a termine, credo. Non la ritengo impossibile ma bisogna prepararla.
Quando mi è capitato di correre per 4 giorni di seguito ero per conto mio, non avevo assistenza e correndo per strada, mi rifornivo in bar e ristoranti, dormendo quelle poche ore che l’adrenalina mi consentiva, negli alberghi che incontravo. Con lo zainetto da 7 chili sulle spalle, mi portavo il cambio, i viveri e l’acqua. Ma questa è un’altra cosa.
Nel Tor, si percorrono strade nella natura e si compiono ascensioni in
un percorso che ricalca l’Alta Via della Val d’Aosta.
Panorami mozzafiato.
E qualcuno sostiene che si tratta anche di un viaggio dentro di sé.
Non comprendo bene cosa vogliano dire, ma sarà vero.
Io ho visto i “draghi” l’ultima notte prima di scorgere l’alba e la mia destinazione, la solitudine e lo sforzo estremo possono essere una miscela interessante.
Be’, atleti, buon Viaggio!