Perdere 10 kg con calma

Ci eravamo sentiti un anno fa proprio a luglio.
La situazione di A. non era delle migliori. Lamentava tra i 15 e i 20 chili di sovrappeso.
Parlammo a lungo, mi espose la sua condizione ed il suo disagio.
Una bella signora di 43 anni con alterne vicende di variazioni dello stato di forma.
Poi, dieci anni fa una gravidanza.
La famiglia, il lavoro, la bimba con tutto quello che comporta.
La stanchezza si somma alla disattenzione a tavola. Se poi ci metti la pigrizia che ne deriva, non ne esci più.
Il risultato era evidente.
Facemmo l’indagine antropometrica e sulla base dei suoi racconti sul suo stile di vita feci le mie valutazioni.

Le esposi il mio piano.
Passò tutta l’estate, poi a fine autunno eccola ricomparire con un entusiasmo che mi sorprese.
Pensai che forse sarebbe stato uno dei tanti fuochi di paglia.
Sono la maggioranza le persone che si fermano all’inizio per mille ragioni.
A volte penso di esser io che non riesco a motivarle, a volte manca proprio   la convinzione.

È un’opera di ingegneria. Ci vuole pazienza. Bisogna smantellare un sistema pian piano, senza disastrosi crolli e riedificarne uno totalmente nuovo ma sulla base di qualcosa di stabile che deve essere radicato, come le fondamenta, e che non tema provvisorie cadute e insuccessi.
Così cominciammo.
A. si era consigliata con la sua nutrizionista, a cui affidò l’aspetto alimentare. Quello è un ambito di cui non mi occupo.
Il piano era semplice: ci saremmo visti due volte alla settimana e lei, da sola, avrebbe fatto dell’altro per almeno altri tre giorni laddove trovasse il tempo.
Ricordo una puntatina in piscina ma senza troppo entusiasmo.
Credo che bagnarsi d’inverno, alle 6,30 del mattino per una donna che poi va a lavorare possa essere fonte di disagio. Io non ho questo problema, ma i capelli per una donna sono un argomento sensibile.
Si cominciò con la corsa alternata alla camminata. Non se la cavava male. Il lavoro  aerobico è il primo passo.
Seguiva un po’ di ginnastica.
Faceva i “compiti” con una costanza ammirevole.
Il mattino correva un’oretta in giro intorno a casa quando ancora era buio, che piovesse o tirasse vento, col freddo di questo inverno.
Non si fermava mai. Integrava col Nordic Walking il sabato pomeriggio.
Ci furono periodi altalenanti, ma i risultati non tardarono e il peso iniziò a scendere.

Dopo un po’ cominciai ad insistere sulla necessità di integrare col lavoro in palestra.
Io non sono un fanatico dei pesi, ma ne riconosco il ruolo. Se non costruisci muscolo, il lavoro esclusivamente aerobico impoverisce la massa magra. Oltre a questo un muscolo più sviluppato ha bisogno di “mangiare” di più. È il miglior sistema per alzare il metabolismo di base.
Ci fu un po’di resistenza.
In effetti riconosco che quello in palestra possa essere un lavoro noioso e che spesso vi si aggirino dei personaggi curiosi, ma è veramente il lavoro che ti fa fare il salto di qualità.
La preoccupazione che una donna possa sviluppare muscoli da uomo non trova fondamento. Una femmina non produce testosterone – tutto qua – non può aumentare la massa come un maschio (a meno di non ricorrere a ormoni).

Ma le scuse sono mille, tra queste la promiscuità e l’igiene, però ci sono i guanti e io non consiglio dei lazzaretti.
Finalmente cedette.
Dopo la prima prova si iscrisse.
In soli due mesi guadagnò 600 gr di massa magra, niente male per una neofita dubbiosa!
In sei mesi aveva perso 10 kg e aumentato la forza, la resistenza, l’elasticità e tutti gli altri parametri che fanno una persona attiva.
Il benessere non si misura in cm o kg, si apprezza se riesci a prendere l’autobus di corsa o quando sollevi tuo figlio senza farti male alla schiena.

Ci aspettano altri sei mesi di duro lavoro ma con A. è quasi un divertimento.

bettyboop

 

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