Non dico niente di nuovo se ricordo che il termine allenamento è l’originale significato della parola ascesi. Se cerchi su google trovi questo:
Ascesi: “Pratica spirituale che mira a ottenere il distacco dal mondo e la conseguente perfezione interiore mediante l’abnegazione e l’esercizio delle virtù.”
oppure
”Regola di vita tesa a raggiungere, attraverso il distacco dalle cose terrene, quella purificazione dell’anima che consente di dedicarsi compiutamente alla vita spirituale e contemplativa, fino all’unione mistica con la divinità.”
Meglio ancora:
“Atteggiamento spirituale e dottrine miranti al raggiungimento di una purificazione rituale e spirituale e alla conquista della perfezione religiosa.”
Fatto salvo l’assunto che non c’è effettiva differenza tra spirito e corpo – questo è il mio personale pensiero – ascesi resta una progressione verso l’alto.
Il miglioramento, meglio, l’affinamento del corpo/spirito e delle sue potenzialità.
Se poi questa idea è stata declinata nei modi più svariati, ciò resta legittimo e non fa altro che confermare la meraviglia della estrema fantasia dell’essere umano.
A me preme sopratutto ricordare come l’ascesi/allenamento sia sempre stata una pratica presente nella vita dell’uomo in tutti i tempi a tutte le latitudini.
Così come il lavoro erroneamente viene inteso quale una fatica necessaria invece di uno strumento di libertà, allo stesso modo, l’allenamento/ascesi, a volte, è considerato un sacrificio di tempo e fatica anziché una via di liberazione da una condizione di disagio,
sia esso fisico, psichico o spirituale.
Per cui ragazzi, diamoci dentro!
Ascendete, gente, ascendete…